Inviata speciale by Sconosciuto

Inviata speciale by Sconosciuto

autore:Sconosciuto [Sconosciuto]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Adelphi
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


21

È tornato in rue de la Chine con i nervi a fior di pelle. Quando ha aperto la porta, ha trovato ad accoglierlo insieme a un cane – che ansimava e sbavava ritto sulle zampe posteriori, quelle anteriori piantate sulle ginocchia del committente – un profumo di omelette con le cipolle che lo ha guidato verso la cucina dove, in grembiule a fiori davanti al fornello a gas, una donna si è ben guardata dal sorridergli. Ah, sei tu, ha commentato. Senti un po’, ieri sera non ti sei proprio fatto vedere. Avevo da fare, ha sostenuto il committente scrollandosi di dosso il cane e poi spazzolandosi i pantaloni. Senti un po’, ha ripetuto lei, ci sono un paio di cose che ti devo dire a proposito di ieri, ho avuto una giornata strana. Queste parole hanno rassicurato il committente che, non avendo la forza di raccontare la sua, avrebbe potuto così limitarsi ad ascoltare. Dopo aver spento il gas con il rischio che l’omelette – su cui il quadrupede aveva ora messo gli occhi – diventasse gelata, la donna si è seduta e ha squadrato il committente come per intimargli di sedersi a sua volta: lui ha eseguito.

Sono rimasti così per un po’, in cucina, seduti ai lati opposti del tavolo di formica rosso montato su gambe tubolari di metallo nero, a guardarsi. Tanto per cominciare, ha spiegato alla fine la donna con un sorriso teso, sai che ho rivisto un’altra volta il tizio, ieri, al salone. Che tizio? ha chiesto meccanicamente il committente, in un primo momento tranquillizzato da quell’avvio di chiacchierata che avrebbe potuto svagarlo. Ma sì, ha precisato lei, il tizio che lavora nel mondo della canzone, Lou Qualcosa, te ne ho parlato, mi pare. È la terza volta che viene, stiamo entrando in confidenza. Mi ricordo, si è raggelato il committente, e allora? Allora dice che un tempo ti conosceva, figurati. Curioso, no? E quando dico un tempo, ho l’impressione che si parli di parecchio tempo fa. Sì, è curioso, si è sforzato di spiccicare il committente con l’aria di chi non ha la minima voglia di approfondire la questione.

Detto questo, la donna si alza e fa scivolare lentamente l’omelette in un piatto, con piccoli movimenti progressivi della padella in modo che questa preparazione si arrotoli elegantemente su sé stessa. Quanto al committente, contrariato, contratto, si mette a grattare nervosamente una macchia immaginaria sul ripiano del tavolo. Quanto al cane, combattuto tra il desiderio dell’omelette che lo spinge a restare in cucina e la percezione dell’atmosfera pesante che aleggia nella stanza e lo spingerebbe piuttosto a tenersi alla larga, se ne sta lì a oziare. Quanto a quelli che non avevano capito che il committente si chiama Clément Pognel, siamo felici di renderglielo noto adesso.

Marie-Odile è quindi tornata a sedersi e sul volto ha un’espressione diversa. E poi vedi, gli ha detto, c’è un’altra cosa che vorrei capire. E anche il tono della voce, a quanto pare, è diverso. Dài, sputa il rospo, ha mormorato Pognel.



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